Le vendicatrici Ksenia di Carlotto e Videtta

Ksenia è il primo romanzo della serie “Le vendicatrici”, scritto a quattro mani da Massimo Carlotto e Marco Videtta. Il libro è chiuso in sé, cioè ha un suo finale, anche se i personaggi continueranno a vivere in altre tre storie ognuna con protagonista una figura femminile: Eva, Sara e Luz. Chi ha letto Carlotto, come me che li divorati quasi tutti, nota come il linguaggio non sia, ovviamente, simile ai precedenti, perché questo è il risultato del lavoro di coppia con Videtta, con il quale c’era stata la precedente e fortunata collaborazione in “Nordest”(premio selezione Bancarella), vi manca però quell’ironia e quella coloritura particolare che me l’hanno fatto apprezzare. L’idea di porre le donne al centro delle vicende è il risultato di una riflessione degli autori sul lento ed inesorabile decadimento, nella nostra società, del maschio che per restare ancorato al suo potere ed al ruolo predominante rispetto a quello femminile, che aveva fino a ieri, spesso usa la violenza nelle sue varie declinazioni. La risposta delle donne, di queste donne a partire da Ksenia, è anch’essa violenta, ma non fine a se stessa, gratuita, quanto piuttosto il modo per difendersi e non perire in questa giungla che pare sempre più esser diventata la nostra società. Ksenia è una siberiana che viene in Italia con la promessa di un marito e di una vita migliore, ma finirà in un inferno dal quale saprà risalire con l’aiuto di alcune compagne, vittime anche loro di violenza e sopraffazione, che poi saranno le interpreti principali degli altri tre episodi di quella che potremmo definire la saga delle vendicatrici. Questa prima opera non mi ha molto incantato, è ben scritta, ma è più un esercizio di stile che altro, perché manca quella passione, quell’inventiva, e non solo nella storia spesso scontata, che in altri componimenti di Carlotto ho incontrato. Frase cult:” Avevo imparato da un pezzo che le vittime mentono più dei colpevoli”.

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